1. POPO SCEMOSPECCHIO, CHI È?

Tijl Uilenspiegel è un personaggio fittizio e leggendario del folclore tedesco che viveva nel quattordicesimo secolo.

Era un mattacchione, truffatore, buffone, ciarlatano, in breve qualcuno a cui non si deve dare fiducia perchè sempre prende in giro la gente credulona.

Molte storie sono conosciute dei suoi capricci e dei suoi scherzi durante il suo vagabondaggio in Germania e i Paesi Bassi.

Il suo nome ha un significato che riflette il suo caracterre. “Tijl” – secondo alcune fonti – significherebbe “ ragazzo del popolo.” E Uilenspiegel è la contrazione di due parole : Uil e Spiegel.

“Uil” è un gufo, qui nel senso di una persona stupida, un scemo. E “een Spiegel” è “uno Specchio.”

Allora, Tijl Uilenspiegel era qualcuno che teneva uno specchio di fronte alla gente credulona e in quello loro potevano vedere la loro propria stupidità.

Perciò ho proposto come versione italiana del suo nome : Popo Scemospecchio.

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Quando avevo sei anni ho fatto la mia prima esibizione sulla scena! Nel ruolo di Popo! Si!

Ero Popo in una storia dove era un ciarlatano che guariva tutti i malati di un ospedale in un colpo solo e si faceva pagare bene per il suo miracolo.

L’esibizione era organizzata per la scuola dove ero nel primo anno dell’istruzione elementare, nella sala parrochiale di SPW-Bruxelles.

Mi sono domandato recentemente perché io sono stato scelto per interpretare il ruolo di Popo. Avevano riconosciuto il mio talento precoce? Era la mia apparenza particulare – allampanato e scoordinato – che tradisce il ciarlatano che dovevo interpretare?

Ma no! Penso che la ragione era che io parlavo con un accento strano qui in SPW-Bruxelles. Sono nato in Hasselt, Limburg e i miei genitori sono traslocati da un villaggio presso Hasselt a SPW quando avevo quattro anni.

L’accento limburghese é molto tipico e diverso dagli accenti fiamminghi. È molto melodioso e affine al tedesco. Ideale per interpretare in SPW-Bruxelles un straniero dottore miracoloso che passava per la città di Nuremberg, dove si trovava l’ospedale con molti malati difficili da guarire.

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Guido