Recentemente ho visto sul giornale una foto di un uomo che era sul punto di essere impiccato. Il capestro al suo collo era visibile; ancora qualche secondo e la sua nuca sarà rotta. E esattamente a questo momento il fotografo preme a sangue freddo e poi invia nel mondo una foto sulla quale puoi guardare in faccia una persona in angoscia mortale.
Molta gente ha protestato contro la pubblicazione di quella foto, io sono uno di loro.
Per di più in The Hague è premiata una foto che mostra il politico Giapponese Asanoemi al momento ch’è pugnalato all’addome con un coltello e sta per crollare.
Secondo me non è decente pubblicare e premiare tali foto. Si, siamo tutti affascinati da foto drammatiche. Vedere qualcuno nell’ultimo momento della sua vita è sempre affascinante. Ma questa considerazione è esattamente la ragione per non fare e certamente per non premiare una tale foto. Non è la creatività o il valore artistico che è premiato ma il solo fatto di mostrare l’ultimo momento di un uomo senza alcun rispetto per la sua privacy. Il fotografo non fa una foto degna di essere premiata ma fa abuso di un morente. Non si fa!
Queste foto sono sensazionali, proprio come tutte le violazioni di norme e valori. Mi sembra sbagliato che la giuria internazionale del “World Press Photo” di solito scelga foto sensazionali piuttosto che foto artistiche.
Il fotografo guadagna bene. Nel caso dell’omicidio di Asanoemi il fotografo Nagoa riceveva un apparecchio fotografico, due bottiglie di Champagne, e un biglietto andata e ritorno Tokio Amsterdam per raccogliere il suo bottino. Per di più, prima la sua foto era già premiata …. OTTO volte. Egli ha guadagnato una piccola fortuna, e nessuno ha considerato i sentimenti dei parenti di Asanoemi.
(autore GB; circa 1960)