Una volta, Popo alloggiava in un albergo un pò fuori città dove passavano regolarmente commercianti sulla via verso Anversa. Come al solito Popo non aveva soldi per pagare il suo conto. Egli sperava che la buona Fortuna l’avrebbe aiutato in un modo o nell’altro. E così è successo.
L’oste dell’albergo era uno smargiasso, un fanfarone che si vantava di non avere paura di niente, particolarmente non degli animali selvatici della foresta vicino alla città. Un tratto debole che veniva a proposito per Popo.
Tre commercianti arrivano all’albergo, molto tardi la sera. Erano frequentatori regolari dell’albergo, conoscevano bene l’oste e le sue millanterie.
L’oste domandava : “Perché arrivate così tardi questa volta? Ch’è successo?”
“ Ahi, abbiamo dovuto fare un grande giro più lungo perché abbiamo sentito che ci sono molti lupi nella regione. Allora abbiamo evitato di prendere la strada normale presso la foresta”
“Come? Siete in tre e avete paura di un lupettino. Io caccio via da solo tre lupi con un bastone. I Lupi!? Mi conoscono, non osano venire presso di me!”
E l’oste continuava ancora un pò così.
Popo aveva seguito la fanfaronata dell’oste e meditava su un modo di metterlo al suo posto. Popo chiacchierava un pò coi tre commercianti che erano molto annoiati con l’oste. Propose loro di ridicolizzare l’oste cosicche egli volesse sprofondare sotto terra dalla vergogna. Popo domandava di ricambiare il favore pagando il conto del suo soggiorno nell’ albergo. I tre erano d’accordo. Popo diceva : “Domani devo preparare qualcosa mentre voi siete in città per i vostri affari. Ma domani notte, un pò dopo che tutti sono andati a letto, toccherà a voi di deridere questo fanfarone.”
Il giorno dopo Popo andava a trovare un cacciatore (c’erano molti nella regione) e domandava di ricevere in prestito una pelle di un lupo. Egli riempiva la pelle con della paglia, e così faceva un lupo imbottito. Portava questo segretamente nella sua camera e attendeva la notte. Quando tutti erano a letto, Popo andava in punta di piedi con il suo lupo nella sala da pranzo dell’albergo, metteva una scarpa della figlioletta dell’oste nella bocca del lupo, e posava il lupo imbottito così presso il camino. Allora, Popo andava dai tre commercianti e diceva : “Adesso, chiamate l’oste e domandate che vi porti della birra perchè siete ancora molto assetati. Siete buoni clienti, allora egli non rifiuterà di farlo.”
I tre facevano quello che Popo aveva detto. L’oste borbottava un pò, e chiedeva alla ragazza di servizio di andare a prendere una brocca di birra per i clienti. La ragazza quando entrava nella sala da pranzo vedeva nella penombra del camino il lupo e quasi si spaventava a morte. Strillando per il terrore spariva in una cantina. L’oste sentiva le grida della ragazza e scendeva anche lui nella sala da pranzo per vedere cosa era successo. Quando vedeva il lupo con la scarpa della sua figlia nella bocca quasi sveniva, si irrigidiva di terrore e cominciava a lamentarsi. Fino a che egli sentiva le risa dei tre dietro di sè! Allora capiva che era stato preso in giro. “ Ho un bastone qui, vuoi averlo per cacciare via questo lupo imbottito? Hahaha” L’oste borbottava un pò e spariva vegognoso nella sua camera da letto.
Durante tutta questa scena Popo faceva lo gnorri, come se non avesse niente a che vedere con il lupo imbottito.
La mattina dopo i tre commercianti erano di buonissimo umore a colazione. Ma non menzionavano l’evento della sera prima. Era un sottile modo di lasciare l’oste nella sua umiliazione. Così egli non poteva salvare la faccia ridendo un pò a denti stretti per lo scherzo del lupo imbottito.
E poi, al momento della partenza dei commercianti e di Popo egli era là. Si dicevano “A rivederci”, e Popo augurava buona fortuna ai commercianti e anche all’oste con le parole molte appropriate : “IN BOCCA AL LUPO”