La differenza tra Natale e San Nicola (6 dicembre) è una differenza di regali. Questo è come un bambino lo vede. Quelli di San Nicola erano un po’ più leggeri e per lo più anche meno costosi. Ricevevi un ometto di latta che potevi caricare con una chiave. Faceva qualche passo in avanti e poi si rovesciava. Lungo la sua schiena c’era una cucitura con due fermagli. Se li aprivi vedevi un ingranaggio. Era sempre deludente. Non potevi capire che qualcuno che veramente marciava poteva farlo con così poco. Quando richiudevi i fermagli l’ometto non marciava più. Era rotto. Mio fratello sapeva anche perché. Sull’ingranaggio era segnato : “Made in Germany.” Quando qualcuno leggeva questo segreto l’ometto perdeva il suo desiderio di muoversi. Mettevi allora zitto zitto l’ometto nella sua scatoletta e provavi a pensare a altra cosa.
A Natale i regali sono un po’ più costosi e un po’ più seri. Per esempio, potrebbe succedere che trovavi un paio di bretelle, calze o mutande sotto l’albero di natale. L’ho sempre trovato sbagliato. Facevi finta di essere felice (se no saresti un cane ingrato) ma in realtà capivi il trucco. Quelle cose dovrebbero comunque essere comprate. Usare il Natale per questo è abusare della religione. Non lo dicevi naturalmente, ma esclamavi sorpreso: “ No ma, delle mutande!”, perché i bambini in Cina, che stavano molto peggio di noi, ne sarebbero molto felici.
E qui arriviamo a mia zia Giacobi! I bambini poveri di Cina erano un’invenzione sua!
Mia zia Giacoba era una donna vestita completamente in nero. Una blusa di seta, con un colletto di pizzo e sopra una faccia pallida. Mia zia Giacoba era perbene. Questo era la conseguenza del fatto che tutte le altre persone non erano perbene. Provavano ma non riuscivano. Ma mia zia Giacoba proprio riusciva. Non aveva un zio, così poteva consacrare tutto il suo tempo alle missioni.
Le missioni consistevano sopratutto nei bambini che sono meno fortunati di noi. Per migliorare questo mia zia staccava i francobolli dalle buste e i tappi di piombo dalle bottiglie di vino. I bambini li adoravano. Molto apprezzata era anche la carta argentata delle stecche di cioccolato. Se ricevevi una stecca così la mano bianca di mia zia Giacoba appariva ad un tratto, prendeva e piegava la carta argentata. “Per i bambini di Uganda, che mai ricevono una stecca di cioccolato.”
Continuò: “ E che facciamo con la stecca di cioccolato?” Di solito poi c’era un silenzio impacciato.
“La mangiamo tutto da solo? O pensiamo anche agli altri?” suggeriva mia zia Giacoba.
Quando non aveva ancora una reazione, si alzava e andava a guardare attraverso la finestra. “Non è necessario,” diceva allora, “la stecca è tua, sentiti libero di mangiarla tutta. Ma pensavo solo un momento ai bambini di Madagascar. Non sanno nemmeno cosa sia una barra di cioccolato.”
A questo passaggio i miei fratelli cedevano definitivamente. Mia sorella era già crollata ai bambini di Uganda. Io rimanevo in piedi più a lungo. Perciò mia zia Giacoba aveva riservato i bambini Cinesi specialmente per me. Erano i più poveri bambini del mondo!
“In Cina,” disse preoccupata,”vivono dei bambini che mai ricevono qualcosa. Non c’è una parole per dolci. Quando chiedi : vuoi mangiare dolciumi?Loro non capiscono. Ti piace quello?”
“No, zia Giacoba,” dissi perché non mi sembrava un pensiero piacevole.
“E se dessimo un pezzo della nostra barra a quei poveri ragazzi?” continuò come se le fosse venuta l’idea all’improvviso, “Non ti sentiresti felice allora? Lascio a te decidere quanto deve essere grande quel pezzo. Se tieni il pezzo più grande per te, è del tutto tuo diritto. Nessuno ti guarderà di sbieco per questo.”
E per provare questo girò la sua faccia verso la finestra fino a che mi sentì spezzare la barra di cioccolato.
“Così tanto?” esclamò, “Sei certo?” Ma prima che potessi dire qualcosa continuò:”Questo è gentile! Anche meno sarebbe stato buono, ma questo è veramente molto gentile!” Mise rapidamente tre quarti della barra nella sua borsetta e scivolò il resto verso di me. “Adesso devi fare attenzione,” disse, ”quanto è buono quel pezzo! E come mai? Perché abbiamo pensato anche agli altri. Abbiamo fatto un’offerta! E sai perché zia Giacoba è così felice? Perché l’hai fatto di tua spontanea volontà.”
Zia Giacoba non è invecchiata. Peccato! È morta prima che sapessimo qualcosa del cattivo collegamente ferroviario con la Cina! Zia Giacoba è stata trovata morta nel suo giardino. Sovralimentazione, disse il dottore.

Forse questa storia è un metafora sul Clero della Chiesa cattolica che vive in ricchezza e pompa in Vaticano, palazzi Episcopali e Presbiteri, galleggiando sull’ingenuità del popolo credulone.
