Così Popo arrivava in Praga non come un vagabondo ma come un uomo del mondo che poteva vantarsi molti incontri con persone importanti nelle città che aveva visitato : dei giudici in Regensburg, il conte di Monaco in Baviera, il direttore dell’ospedale in Nurenberg, dei professori all’università di Heidelberg, una grossista di uova in Lubeck, un sacerdote esorcista vicino al Luxemburgo, dei commercianti in Anversa, l’abate del monastero in Augsburg, il vescovo e il conte di Pilsen, e soprattutto il Papa di Roma.
No, Popo non frequentava più gente di bassa lega! Cercava a fare la conoscenza degli studenti e dei professori dell’università di Praga. Era presto conosciuto da tutti come un giramondo spiritoso che aveva sempre la battuta pronta.
Un uomo di gran valore
Un giorno, durante una festa studentesca annaffiata con molto vino e birra, Popo si vantava un po’ baldanzoso con dei professori di potere rispondere a tutte le questioni scientifiche che loro potessero porre. Gli studenti, i professori e Popo facevano una scommessa. Se Popo guadagnava egli poteva bere a spese dei professori al club degli studenti durante una settimana e vice versa. Gli studenti sarebbero la giuria della scommmessa.
Popo montava sulla cattedra, con gli studenti intorno ai professori che erano davanti alla cattedra.
Il rettore, segretamente certo di potere mettere Popo in scacco, sparava la prima questione :
“ Il mare contiene quante tonnellate di acqua?”
“Quattrocentoventiquattro milioni duecentocinquantatremila trenta due! Misura Coloniese. E se potete fermare tutte le correnti che scorrono nel mare possiamo controllarlo, e ci scommetterei la testa che non ne manca neanche una pinta.” ribatteva Popo.
Ridacchiamento tra gli studenti!
Il rettore, quando si era riavuto dalla sorpresa, tentava un’altra questione :
“ Quanti giorni sono passati dalla creazione di Adamo fino a oggi?”
“Sette, e loro ritornavano ogni settimana.”
“Ma quante settimane?”
“Cinquantadue, e loro ritornavano di anno in anno.”
“Si, ma quanti anni?”
“Cinquemila duecento ottanta! E voglio addossare il giogo di un asino se qualcuno può provare che mi sono sbagliato nel calcolo.”
Di nuovo ridacchiamento intorno ai professori.
“Questo tipo è furbo come una volpe” sussurrava il rettore ai professori, “ma pazienza, lo beccheremo.”
“Maestro ingegnoso, forse potete anche dare la risposta a una questione che nessuno ha mai potuto dare : dove si trova il centro della terra?”
“Tutto dritto sotto i vostri piedi, e ciò da tutti i posti sulla terra. Misurate, e se mi sbaglio di un pollice, mi dò per vinto.”
Il rettore, un pò sconcertato, tacque un momento. Uno dei professori – un teologo – tentava un altro soggetto.
“Qual é la distanza tra il cielo e la terra?”
“Non vale la pena di parlarne, perché nel cielo si vede e si senti tutto ciò che succede sulla terra.”
“Qual é il volume del cielo?”
“Lungo centomila miglia, lo stesso in larghezza, e centomila piedi in altezza! Misurate, e se mi sbaglio di un piede, mi dò per vinto.”
Adesso, gli studenti ridevano da perchè era la terza volta che i professori facevano lo stesso errore di domandare una misura di qualcosa!
E così Popo era dichiarato come vincitore della scommessa. Ma era generoso e offriva un pranzo ai professori nel club degli studenti (che erano felici di sentire tintinnare la cassa.)
Il rettore faceva un discorsetto e diceva che egli (Popo) era un uomo di gran valore. Ma Popo rispondeva modestamente : “O, solamente trentuno denari.”
“Come???”
“Perché con trenta denari un diploma fa di un asino un dottore.” (un diploma era fatto allora con le pelle di un asino.)
Ancora più risate sgangherate, anche tra i professori.
Popo insegna a leggere a un asino
E Popo continuava a meravigliare il mondo accademico di Praga.
Diceva che la sua specialità accademica era lo studio della comunicazione tra animali. L’abbaiare dei cani , il nitrito dei cavalli, il miagolio delle gatte, il cinguettio dei uccelli : tutti avevano un significato. Di più : qualche animale avevano il dono di parlare la lingua degli uomini. Un esempio è il pappagallo. Popo diceva che egli poteva anche insegnare a un asino a leggere e a pronunciare diverse parole. Ma ammetteva che questo prenderebbe moltissimo tempo (forse dieci anni!!!) : il problema é che un asino è molto pigro. Fortunatamente, la prima fase dell’insegnamento dura solamente due settimane : è da incitare il desiderio di imparare e di aprire libri per trovare i due vocali proprio dell”asino: I e A.
I professori erano molto affascinati da questo; uno di loro aveva un asino di quattro anni. Popo proponeva di fare l’esperimento, per una modesta ricompensa. D’accordo!!!
Popo si ritirava per due settimane in una fattoria con l’asino. Metteva l’asino davanti alla mangiatoia nella stalla con un grosso libro sul suo naso. Popo spargeva della biada tra i fogli del libro. L’asino sentiva l’odore del foraggio e tentava di aprire il libro col muso. Dopo qualche giorno riusciva a sfogliare il libro e a mangiare la biada. Popo era pronto per la sua dimostrazione.
Ritornava con l’asino erudito all’università, lo metteva davanti a una scrivania sulla quella posava il libro in questo Popo aveva inscritto I e A su tutti i fogli. Tutti i professori erano intorno a Popo e all’asino.
Che succedeva? Naturalmente l’asino cominciava a sfogliare il libro e tentava di trovare della biada. Ma invano! Allora , per fustrazione l’asino cominciava a ragliare I A, I A, I A,……
E Popo se tornava fiero verso i professori e diceva : “Vedete che l’asino ha già voglia di leggere le sue vocali in un libro, come aveva promesso.”
E i professori rimanevano tutti a bocca aperta, non sapendo cosa pensare!!