RISPOSTE LIBERATORIE A DOMANDE TORMENTORIE

Apertura del congresso pedagogico per le lettrici assidue del mensile  “Mio Bambino ed Io” per la presidente della cerchia “Madri Benestanti”.

“Care lettrici, cari presenti, è con molto piacere che oggi posso annunciare l’oratore di questa sera, il famoso professore Ulna. Non c’è bisogno di presentare il professore Ulna alle nostre lettrici perchè tutte conoscono i molti suoi libri sull’allevamento dei bambini. Sappiamo tutte che il professore Ulna non evita di trattare delle domande difficili, come dimostrano i titoli dei suoi libri : “Il subcosciente di un bambino”, “Bambino e sesso”; “Capisco il mio più giovane?”; “Il mio giovane mi capisce?”; “No, non voglio!”, e molti altri.

Il tema di questa sera é in particolare : “Il mondo dei sogni e dei pensieri di un bambino viziato.”

Procediamo per domanda e risposta. Inizio con una prima domanda di una cara lettrice.”

Signora B. Vitellocchio : “Mio figlio Baldovino ama giocare alla trottola. Dovrei incoraggiarlo o no?”

Il Prof. Ulna : “Questa domanda viene spesso posta. In generale questo è un gioco perfettamente innocente purché non sia una trottola a frusta. Quello lo devo sconsigliare, certamente quando vostro figlio  stringe le labbra ferocemente. Potrebbe essere un segno di sadismo precoce. Prendi delicatamente la sua trottola a frusta e parla con lui a lungo e confidenzialmente.  Se tuo figlio continua a insistere – di solito dicendo : rivoglio la mia trottola –  vi consiglio di consultare il vostro medico di famiglia. Non coinvolgete vostro marito. Solo con cautela estrema si può prevenire il peggio.”

…..

Signora L. Gonfiatesta: “Vedo mia figlia spesso saltare con la corda. Cosa dovrei  pensare di questo?”

Il Prof. Ulna: “È piacevole che posate questa questione. L’impulso di saltare nasce da un’aspirazione a raggiungere un scopo più elevato, in senso figurativo.  Il desiderio di sublimazione è più forte tra il sesso femminile, di là ne deriva che questo gioco è giocato soprattutto dalle ragazze. Ma a ogni salto la ragazza sente la forza della gravitazione che la mette di nuovo con i piedi sulla terra. Deve imparare a trattare con questa delusione. È formativo per il suo carattere; istintivamente la ragazza si aiuta cantando canzonette o filastrocce. Così sa elaborare questo disinganno ripetitivo.  Potrei elaborare ancora di più questo soggetto ma allora temo di annoiarvi.”

Signora L.G. : “O no, niente affatto!” (Borbottio di approvazione dei presenti.)

Signora P. Scemadonna: “I genitori dovrebbero vietare ai bambini di mangiare dolci?”

Il Prof. Ulna: “No, e no! C’è un sacco di malintesi su questo! Perciò non posso  che rispondere abbastanza forte: NO! Avete capito?”

Signore P. S. (un po’ impacciata): “Si, si Professore”

Il Prof. Ulna: “Perché in generale la mamma chiede al bambino di essere dolce. Ma il bambino non sa proiettare questa domanda sul piano morale e dunque comincia a realizzare “essere dolce” come una tendenza a mangiare dolciumi. Ora, quando i genitori vietano questo il bambino potrebbe sviluppare un complesso di doppia personalità. La ricerca scientifica sembra mostrare un legame con la schizofrenia in età avanzata. Quindi si aspetta che sia abbastanza grande da capire il significato figurativo di “sii dolce” e poi si spiega che dolci sono dannosi per la sua salute.”

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Voce dal dietro della sala: “Come mai i tuoi figli non sono bravi a niente?”

La Presidente (sdegnata): “Non urlate per favore. Aspettate il vostro turno, signore”

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Signora F. Ricchannocente: “Ieri mio figlio Agusto ha comunicato il suo desiderio di possedere un aquilone. Dobbiamo, mio marito e io, approvare questa domanda?”

Il Prof. Ulna: “Certamente si! Dovete stimolare questo desiderio che riflette un’anima infantile sana. Il bambino è in collegamento con le atmosfere più alte mentre che rimane con i piedi per terra.  Impara che a ogni aspirazione vi è una fine, simboleggiata qui dall’estremità del filamento. Qui é la differenza essenziale con il lanciare in aria un palloncino. Quando il bambino lo  lascia andare , scompare una volte per tutte. Il bambino viene lasciato solo, disconnesso dall’oggetto del suo desiderio. Di solito la madre vuole rettificare la situazione regalando un nuovo palloncino. Ma il bambino realizza che quello non é il vero palloncino. Tali delusioni sono risparmiate al bambino con un aquilone. Questo torna sempre sulla terra per ricongiungersi con il suo proprietario.  Quindi nessuna disillusione ma una sensazione di felicità.”

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Signora P. Ruotarotta: “Dopo ore di scuola i miei figli non resistono alla tentazione di  giocare alla cavallina. Dovremmo, mio marito e io, permetterlo?

Il Prof. Ulna: “La risposta è categoricamente NO! In questo gioco il bambino si alza e muove in avanti per spingersi sul didietro di un altro che deve prendere una posizione di sottomissione. È un modo molto asociale di muoversi, che quando è adulto si esprime con un atteggiamento sdegnoso verso i suoi subalterni nella vita professionale. Si può dire che il bambino stesso sia in una posizione così umiliante  a suo turno. Ma lo fa sapendo che in seguito sarà di nuovo il suo turno. Dunque, si umilia per innalzarsi ancora di più un momento piú tardi. Coltiva uno spirito di rivincita.  Insomma, parla ai tuoi figli e spiega loro l’indesiderabilità di quel gioco. Solo quando un bambino persevera nel suo desiderio il momento è venuto di consultare uno psichiatra.”

……

Signora J. Vuotatesta: “Dobbiamo incoraggiare digiocare a biglie?

Il Prof. Ulna: “Fintanto che si tratta del gioco stesso e non di vincere biglie, non ci sono obiezioni. Ma la ricerca del profitto non dovrebbe avere il sopravvento. Questo si vede quando il bambino mirando alla biglia stringe l’occhio sinistro e un luccichio è percettibile nell’occhio destro. Insomma: non è per guadagno, ma per principio.”

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Signora D. Maldipancia: “Che ne dici di giocare col cerchio?”

Il Prof. Ulna: “Che volete dire con l’espressione : ‘Che ne dici di’?”

Signora D.M.: (esitante) “Ehh, non so.”

Il Prof. Ulna: “Allora, riflettete prima di parlare! In generale, giocare col cerchio è fenomenologicamente indifferente. L’origine di questo gioco  risale alla preistoria e nasceva dalla paura di essere soli (il “horror vacui”) Il bambino supplisce con un cerchio di legno o di ferro e il fatto di farlo rotolare davanti a sé crea un legame per la vita con questo compagno virtuale. Capite?

Questo comportamento non dovrebbe essere una causa di preoccupazione, fintanto che non si manifesta più dopo la celebrazione del matrimonio.”

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Nel frattempo i custodi avevano allontanato la persona con la voce dal dietro della sala. Così la presidente poteva concludere con soddisfazione la sera ringraziando il Professore Ulna e donandogli la tradizionale bottiglia di vino. (l’onorario era già stato  pagato in anticipo.)

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