Immaginati : un’asse, lì sotto due rotelle e sopra una poltrona comoda. Accomodati sulla poltrona, premi su un bottoncino e senti un ronzio, poi scegli il numero 1 su un albero a gomito e scivola rilassato sulle strade del paese con nome Italia. Se vuoi andare più presto, gira al 2 o forse magari al 3. I tuoi capelli sono al vento, un sorriso sul tuo viso! E così vai per monti e per valli.

Ma ad un tratto il ronzio cessa! Nessun problema! Apri il rubinetto ‘riserva’ e il ronzio riprende. Ma ora devi guardare attorno a te per trovare un dispositivo brillante con un lungo tubo attaccato ad esso. Fermati lì. Un uomo molto cortese viene a te, ti saluta e prende il tubo. Lascialo fare tranquillamente. Vuole solo aiutarti! Svita un tappo sotto il sedile, mette il tubo in una piccola cisterna per riempire questa con un liquido limpido. È incredibile ma questo è sufficiente per potere ronzare di nuovo per qualche ora.
Dagli un po’ di stracci di carta, ne è contento. Non vergognarti, è la sua natura.
Ma fa attenzione! Molte persone non lo fanno. È di dire che quel limpido è benzina, gli stracci soldi e il vostra poltrona sull’asse una Vespa! Peccato, ma allora il beato senso di meraviglia è rotto.
È curioso : quando usi parole ordinarie per nominare qualcosa non vedi più quanto siano meravigliose le cose.
Per esempio, quando Anderson racconta che un studente vola in un baule alla Turchia, o Grimm scrive che un mago parla a qualcuno a una distanza di molte centinaia di chilometri, o quando la cattiva regina vede l’immagine di Biancaneve in un specchio chiamiamo questa una favola. Ma ora questo è possibile perché parliamo da un aereo, un telefono o un televisore. Ma non è più magico? Certo che lo è, ma non ce ne rendiamo più conto perché usiamo parole normali per nominare qualcosa di favoloso. Viviamo in un’epoca da favola ma non la vediamo. Solo quando descriviamo le invenzione della technologia moderna come sopra i nostri occhi si aprono.
Il bagagliaio della Vespa è piccolo. Basta solo per contenere una camicia, un paio di calze, un spazzolino da denti e degli occhiali da sole. Ma questo incomodo è rimediato facilmente con un griglia bagagli di dietro.
Vi consiglio di non guidare la notte. Non a causa dei banditi Italiani – purtroppo non ne ho incontrato nessuno – ma perché la lampada è fissata alla ruota anteriore. Per conseguenza il fascio di luce irraggia in su nel spazio a una gobba della strada e dunque non vedi più la strada stessa. È come tuffarsi in un abbisso.
Inoltre, i conducenti che vengono in senso contrario non abbassano gli abbaglianti per un così piccolo insetto ( come tu sei) Allora, sei abbagliato. Questo è pericoloso e non è propizio per la vostra stima di voi stesso.
No, no. Devi guidare durante il giorno, sotto un cielo azzurro, attraverso il paesaggio italiano ondulato, con i capelli al vento, come un uccello libero. E a notte venuta, fermati in un piccolo villaggio, cerca un albergo e siediti al bar per una cena copiosa.
Poi puoi osservare quattro cittadini locali che giocano alle carte. Sono seduti con le teste infuocate intorno a una tavola. Hanno la loro ultima carta in mano. Il primo mette la sua con una gran botta sulla tavola con un’espressione sulla faccia: “ chi fa di meglio?” Il secondo giocatore teneva la sua ultima carta dietro il dorso, non solo per nasconderla ma anche per poterla mettere vigorosamente con un gran arco sulla carta del primo. L’espressione sulla sua faccia è quella di un vincitore sicuro di sé. Ma la sorpresa viene dal terzo. Con un colpo enorme schiaccia i suoi due avversari. Tutti guardano adesso il quarto. Egli ha un’espressione serena sulla faccia, si china e con lentezza provocatoria mette la sua carta sopra le altre. E poi dà un colpo fragoroso sulla tavola. Gli altri saltano in piedi e un’accesa discussione comincia.
Ma non preoccuparti. Sono e rimangono buoni amici! Ma hanno un temperamente meridionale, un po’ strano per noi olandesi.
Una discussione animata fa parte del gioco, è come sale e pepe su un piatto. Si dice che gli italiani raramente siano ubriachi. Forse non per il vino ma sono tanto più ubriachi delle loro stesse parole. Ciascuno ha l’opportunità di recitare un numero teatrale senza essere interrotto. Gli altri attendono il proprio turno. Il prossimo si prepara: fa un passo indietro per alzarsi sulla scena con vigorosità e eloquenza. Gli altri cedono il posto e godono della performance.
Nel frattempo i contadini si sono accorti della mia presenza. Un turista in Roma non viene notato. Ma qui, in un paesino di montagna sei un avvenimento. Provano a indovinare : americano o inglese? Possibile. Ma potrebbe anche essere un tedesco. E poi, i norvegesi sono anche molto grandi. Nessuno pensa agli olandesi! Finalmente gli comunico la mia nazionalità.
Grande sorpresa e intenerimento di tutti: olandese? veramente! Olanda, quel piccolo paese dove tutti camminano con gli zoccoli e pregano che le dighe non cedano oggi. (Storia scritta dopo la grande alluvione del 1953, con molti morti)
Com’è andata l’ultima inondazione? Allora, devo essere prudente. All’inizio mi sono attenuto ai fatti: no, non avevo la perdita di parenti a lamentare. Ma sono divenuto più saggio! Un vecchio zio e qualche lontano cugino periscono tragicamente! Ma non dovrei divenire troppo intimo o rovino la serata. Ma una zia d’acquisto e un cognato che non sapeva nuotare è il minimo che devo offrire loro! L’affetto con cui sono guardato è commovente. Un paese così piccolo, eppure così coraggioso!
Mi sembra che molti amano il nostro piccolo paese. Ma non dobbiamo avere l’illusione che è perché siamo della gente particolarmente gentile. No, non é così (nota del traduttore : lo pensano anche i belgi!) La ragione è che siamo amati come si amano i bambini. L’olanda dà un’immagine infantile di mulini a vento, zoccoli, vacche nel prato, latte e uova…
Ma basta parlare di Olanda. Siamo qui in un albergo in Italia! La prima cosa che dà nell’occhio è il numero di giochi d’azzardo. Gli italiani amano dei giochi che combinano la destrezza e l’imprevedibile. Non condiscono solo i loro piatti ma anche i loro passatempi. Sembra impossibile, ma riescono magari a infiammare una partita di scacchi, il gioco per eccellenza di profonda riflessione. Come fanno? Imponendo un limite di tempo per ogni mossa. Non solo gioca contro l’intelletto dell’avversario ma anche contro l’orologio. Questo é snervante per me (l’autore è un fanatico di scacchi). Ma niente è più efficace per sconfiggere un avversario italiano che prendersi il proprio tempo per riflettere a ogni mossa. Perché un italiano pensa più velocemente che noi. Questo ha molte conseguenze, tra l’altro l’assenza di comfort. La connessione non è evidente, ma è per questo che è carina. In Olanda un ristorante è accogliente : delle sedie di peluche, un abat-jour, dei tappeti sul pavimento, etc. Qui, in una trattoria italiana dove sto scrivendo questo : il pavimento in pietra, delle sedie in legno, i tavoli spogli,… L’intenzione è che il cliente rimanga solo per un po’. Può restare tutta la notte se vuole, e infatti lo fa. Ma l’idea è che deve conservare la flessibilità di partire a ogni momento. L‘ambiente non dovrebbe indurlo a restare.
Gli italiani si prendono anche molta cura delle cose transitorie della vita: vestiti, calzature, cibo e bevande, macchina o scooter, etc. Per un olandese questi sono delle cose secondarie nella vita. Ma é proprio questo che piace all’italiano. Non avrà pace finché la sua Vespa non sarà addobbata com’una sposa. E giustamente! È il simbolo di ciò che gli piace di più : velocità, dinamismo, agilità e chiasso virile.
E poi gli spaghetti! Un’enorme ciotola é posta sulla tavola. Il contadino rimbocca le maniche, si batte sul petto, misura l’avversario e l’accarezza con gli occhi prima di riempire il suo piatto con una grande cucchiaiata. Ora si aggiungono formaggio, salsa di pomodoro, peperoni, cipolle per poi gettarsi con piena dedizione sulla fonte della sua sazietà. Due, tre, forse quattro piatti seguono prima che egli riprenda coscienza di ciò che lo circonda. Vede un olandese sbalordito in un angolo dell’albergo. “La vita é buona” dice piano. E poi con un gran botto sulla tavola col suo cucchiaio tuona: “ Vino! Un altro litro di rosso! In onore dell’Olanda.”