La Morale della Fiaba
Da più di venti anni faccio dei giri con degli amici nelle Alpi, normalmente per una settimana – da sabato a sabato.
Tutto è cominciato nel 1993 quando Els e io abbiamo incontrato una collega di Els di qualche anno fa a una corsa campestre in occasione della festa dell’uva a Overijse. Erano Paolo e Anna.
Loro hanno quattro bambini, e avevano l’abitudine di andare in vacanza nelle Alpi con un’ organizzazione della “mutualità”, come si dice in Belgio. Ma Paolo voleva cominciare a fare dei giri da sè e cercava qualche compagno per accompagnarlo. Ero il primo a cui Paolo lo domandava e non dovevo pensare molto tempo per dirmi d’accordo.
Ho fatto 24 giri (nell’estate e nell’inverno) con Paolo. Il suo gruppo variava tipicamente da cinque a dieci uomini. Durante tutti questi anni i partecipanti cambiavano; ero il solo della prima ora e ho partecipato alla maggior parte dei giri. Nell’anno 2009 c’era una eccezione : normalmente solo uomini partecipavano, ma quell’ anno – per cause un pò lunghe da spiegare qui – eravamo in sette uomini e UNA DONNA!!
In più, uno degli uomini era Marc, un caso un pò particolare.
La tradizione è che quando il nostro gruppo ritorna, a casa di Paolo sua moglie prepara una cena (spaghetti) e insieme con le mogli dei participanti riguardiamo le foto delle nostre camminate.
A un certo momento di quell’ anno Marc si alzava e proponeva che il più anziano desse un “speech” (discorso) sulla settimana passata. Ma il più anziano ero io! Allora dovevo improvvisare sul momento qualcosa da dire, e anche tradurre quello in Inglese perché una moglie era portoghese e non capiva il neerlandese.
Allora, il mio “speech” era un pò come spiego qui sotto :
“Care mogli, è già la quindicesima volta che i vostri sposi insieme fanno una vacanza nei monti. Penso che vi domandiate di cosa chiacchierano fra di loro tutto il tempo. Questo anno avete una talpa nel nostro gruppo, perché è la prima volta che una ragazza era con noi. Lei potrà testimoniare che quello che vi racconterò è la verità.
Ma, forse potete indovinare un tema che senza dubbio li divertiva? (silenzio tra le donne, nessuna reazione ) Dai! Sapete certamente! Non siate vergognose di dirlo! (ancora nessuna reazione!) Allora ve lo dico : è il sex!! Si, devo ammettere che è così. Marc, qui (additavo Marc con il mio dito), ha raccontato tutte le 263 barzellette spinte che circolavano dagli anni sessanta a oggi. Le conoscevo tutte!
Ma, non siamo ossessionati! Parliamo anche di cose serie. Succede persino di filosofare sull‘intimo significato delle cose! Così, a un certo momento ci rendevamo conto che eravamo in sette uomini e una ragazza e che per di più marciavamo come i sette nani della fiaba di Biancaneve.
(le foto qui sotto mostrano quello che voglio dire)
Perciò cominciavamo tra noi a riflettere sulla morale della fiaba. Perché tutte le vecchie storie erano raccontate per dare una esperienza di vita, una morale all’uditore. Era così!
Allora, ci domandavamo quale potrebbe essere la morale della fiaba di Biancaneve!?
Parliamo dapprima di Biancaneve!
Lo specchio magico confermava ogni giorno alla regina vanitosa che lei era la più bella delle donne del regno. Fino al giorno che la piccola principessa non era più una bambina ma diveniva una vera signorina. Quel giorno là la risposta dello specchio magico alla domanda: “Chi è la più bella delle donne del regno?” faceva arrabbiare la cattiva regina. Era la principessa davvero tanta più bella che la regina? Forse non nell’apparenza esteriore ma la vera beltà di una persona è la beltà interiore. E la principessa non era vanitosa o cattiva ma modesta e gentile, e per questo lo specchio magico dichiarava la principessa come la più bella. E il nome molto appropriato che lo specchio magico dava alla principessa per esprimere la sua natura pulita era BIANCANEVE.
E poi, i sette nani!
I sette nani sono uno stesso insieme, fanno tutto insieme. Insieme puliscono la loro casa, rifanno i loro letti, lavorano nella miniera di diamanti, cantano sulla loro via del ritorno a casa, preparano la cena, vanno a dormire insieme e si alzano insieme alla stessa ora. Fanno tutto questo nella maniera che un uomo perfetto è supposto che lo faccia.
Ma, care mogli, voi sapete tutte che un uomo perfetto è di fatto non un uomo ideale ma un uomo un pò palloso. Perciò nella fiaba, i nani hanno qualche piccola debolezza perdonabile, come per esempio brontolare qualche volta, o essere un dormiglione o un saputello.



Così, insieme i sette nani costituiscono un uomo ideale.
In questo sta la morale della fiaba di Biancaneve : per avere un uomo ideale avete bisogno di combinare le qualità e le debolezze (perdonabili) di sette uomini, ma invece una donna in sè basta per essere una donna ideale – come il personaggio di Biancaneve illustra.”
Con queste parole terminavo il mio “speech” improvvisato con l’approvazione unanime delle mogli dei miei amici.
GKC, Gennaio 2018