8. POPO E IL PAPA

Popo decideva un bel giorno di fare un viaggio a Roma in Italia. Aveva sentito che questa città era imponente e soprattutto  che  la gente avrebbe usi e costumi abbastanza rilassati. Quello non è cosa che ci si aspetterebbe così vicino al Papa.

Popo seguiva la via usata dai pellegrini per attraversare gli Alpi. Così poteva dormire e mangiare a buon mercato negli alberghi per penitenti. Dopo qualche settimana di cammino arrivava a una delle porte della città di Roma. Domandava alla guardia un buon indirizzo per alloggiare per qualche settimana. Questo lo mandava verso una ostessa  bonaria, certamente per viaggiatori venuti da lontano.

Popo si presentava all’albergo dell’ostessa e chiacchierava un pò con lei. Si spacciava  come un pellegrino pio che voleva confessare i sui peccati al Papa di Roma e ottenere la sua assoluzione. Dopo quella ritornerà al suo paese d’origine e condurrà una vita esemplare.

L’ostessa era intenerita dall’ ingenuità di Popo! Diceva: “ Ma Popo, è assolutamente impossibile avvincinarsi al Papa. Vedere il Papa si, ogni domenica quando nella chiesa di San Giovanni in Laterano il Papa celebra la messa. La gente è ammessa alla messa ma il Papa è circondato da molti cardinali e anche dalla guardia svizzera. Vado ogni domenica a questa messa. Oh! Darei cento denari se qualcuno potesse fare sì che il Papa mi accordasse un’ udienza.”

Questa era musica per le orecchie di Popo.    Restava nel suo ruolo di pellegrino pio e diceva : “Ahi, ahi! Ma le strade di Dio sono imperscrutabili. Forse qualcosa succederà che farà in modo che il Papa voglia parlare a un peccatore che si è ravveduto al letto di morte di sua madre. Andiamo la prossima domenica  alla messa e preghiamo Dio per questo favore.”

L’ostessa era commossa per la pietà di Popo e lo trattava molto bene durante i giorni seguenti in attesa di domenica.

Alla messa, Popo e l’ostessa prendevano posto in prima fila, esattamento dietro i cardinali e ben in vista del Papa. Durante la messa Popo era molto riservato e immerso in preghiera. Ma al momento che il Papa levava l’ostensorio per mostrare Corpus Deo ai fedeli, Popo girava con ostentazione il dorso verso l’ostensorio e si prosternava in ginocchio. I cardinali sentivano che la gente era commossi e il Papa poteva vedere chiaramente il dorso di Popo.  Popo restava in questa posizione fino alla fine della messa.

scemo papa

Immediatamente dopo la messa il Papa diceva ai cardinali : “Avete visto quello!? Voglio sapere perchè questo uomo ha giravo il suo dorso verso me!”

A Popo era chiesto di venire dal Papa. Roma era una città dove molte culture si incontravano; non era eccezionale che una messa cattolica era seguita da fedeli d’altre religioni. Il Papa pensava che Popo era qualcuno così e domandava : “Qual’ è la vostra religione?”

Popo rispondeva con gli occhi abbassati : “ La stessa religione che la qui presente ostessa dell’albergo dove alloggio professa.”

All’ostessa era chiesto di venire anche lei di fronte al Papa che le  domandava la stessa cosa : “Qual’ è la vostra religione?”

Il  sogno della sua vita si realizzava al questo momento. In estasi prostrata in ginocchio davanti al Papa dichiarava la sua fedeltà alla religione cattolica. Enumerava gli articoli di fede come il  mistero della Santa Trinita, la redenzione del nostri peccati per la crocifissione di Gesù Cristo, la sua risurrezione e la sua Ascensione, etc….

Il Papa aveva sentito abbastanza e tentava a fermare il diluvio di parole della donna. Dopo qualche tentativo riusciva a farla tacere  e si girava verso Popo.

“Ma allora, perchè girate il vostro dorso verso l’ostensorio?”

 

Popo si posternava anche lui in ginocchio e a voce chiara ma umile rispondeva :

“Io Popo sono stato un peccatore tutta la mia vita. Già quando ero un bambino ero una croce per mia madre. Non ho fatto niente di bene durante la mia vita di vagabondo. Qualche mese fa mia madre è deceduta. Ero al suo letto di morte. E là ho visto nel suo viso nei suoi ultimi momenti la sua tristezza che ho causato perchè sono  stato un buono a nulla tutta la mia vita. Era come sè fossi colpito dal fulmine, mi sembrava per un breve momento che il suo viso raggiasse come una ostia in un ostensorio, e poi mia madre ha chiuso i suoi occhi per sempre. Sarei voluto sprofondare per la vergogna. Ho deciso di cambiare la mia vita, di venire qui a Roma per confessare i miei peccati e di dedicare la mia vita al benessere del mio prossimo.

Ma, durante il mio viaggio , ogni volta che ero alla messa e che il sacerdote levava l’ostensorio ho visto in luogo dell’ ostia il viso di mia madre che  raggiava di una luce abbagliante come se volesse dire che non sono degno di contemplare l’agnello di Dio.

Per questo mi giro quando l’ostensorio è mostrato ai fedeli, in attesa del momento della mia confessione e della remissione dei miei peccati.”

Così parlava Popo!

 

Per qualche momento regnava un profondo silenzio tra tutti gli uditori. Allora, il Papa si girava verso i cardinali e diceva con voce grave:

“Cari cardinali, siamo qui testimoni della clemenza di Dio che stende la mano a una pecorella smarrita per salvare la sua anima. A te Popo dico : Il cardinale del paese da dove siete venuto sarà il vostro confessore, ritornate al vostro paese e dopo la vostra penitenza e l’assoluzione, date elemosine ai poveri, e non ricadete nelle vecchie abitudini.”

Popo entrava nel confessionale. Anche il cardinale arrivava, diceva una preghiera e prestava l’orecchio a Popo. Popo raccontava molti dei suoi capricci, brutti scherzi, imbrogli, imposture, etc. come se fosse davvero vergognoso e consapevole della propria colpa. Il cardinale ascoltava molto attento, dava un sermone serio sul dovere di carità, ripeteva quello che il Papa aveva detto, e dava l’assoluzione a Popo.

Popo usciva dal confessionale con un viso sacro e purificato. L’ostessa l’attendeva e era raggiante di felicità quando vedeva Popo così.

Popo, di ritorno all’albergo, diceva che sarebbe partito presto il giorno successivo per cominciare a occuparsi dei poveri nel suo paese (era un cenno nascosto alla promessa dei cento denari dell’ostessa.) E così è successo. Popo andava via con una borsa piena e col cuore leggero.

Ha veramente riabilitato la sua vita? Le sapremo nella storia prossima!

Epilogo

Il cardinale uscendo del confessionale sembrava avere un riso sotto i baffi, o mi sbaglio?

Dopo la messa di domenica il Papa e i cardinali si tolgono i loro abiti pomposi, scivolano i loro piedi sotto una tavola riccamente provvista di cibo e bevanda, é ringraziano Dio ripetendo  il loro voto di povertà.

Dopo il pranzo, tutti sono di buon umore, e cominciano a raccontare l’un l’altro  le storie più saporose che hanno sentito nel confessionale.

La guardia svizzera che era di guardia alle porte della sala da pranzo questa domenica sentiva molte salve di risate dei cardinali e del Papa.

Indovinate cosa si erano raccontanti!

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