Introduzione
Lo scultore francese August Rodin (1840 – 1917) è molto conosciuto per le sue sculture impressionistiche. In Parigi c’è un “Muséé Rodin” e anche in Philadelphia c’è un “Museum Rodin”. Uno delle sue sculture è “Il Pensatore”.
Durante una visita al museo Rodin in Parigi ho scoperto un segreto del Pensatore che racconto qui per la prima volta.
Parte Prima : Io nudo sul piedistallo
Un bel giorno sono andato a visitare il museo Rodin in Parigi. Ho comprato un biglietto di ingresso alla cassa e sono entrato nella sala d’ingresso. Dove vedevo già una bella scultura di tre ballerine scarsamente vestite che si tengono per le mani. Mi approssimavo alla scultura per vedere meglio la materia e i dettagli dell’ opera d’arte. Ma immediatamente sentivo un custode che esclamava : “Non toccare! È vietato di toccare!” Dicevo un po’ sorpreso : “No, no, non volevo toccare, solamente vedere un po’ dapresso. In effetti sono venuto per vedere il Pensatore di Rodin.”
“Aha, il signore è un intellectuale! Allora deve traversare la sala prossima fino alla porta che dà sul giardino interno. Ma non toccare niente.”
“Si, si, grazie”
Andavo nella direzione indicata, tra molte statue a dritta e a sinistra – ad alcune mancava un braccio o una gamba ( una magari la testa!). Sentivo ancora dietro me il custode che parlava alle tre ballerine : “ Più alto le gambe, più alto” Dicevo a me : “Posso capire che qualcuno comincia a parlare alle statue come se sono viventi quando deve passare tra loro otto ore al giorno per molti anni. Se no è un lavoro molto desolante.”
Entravo nel giardino interno e vedevo di nuovo molte statue su piedistalli in pose diverse. Al centro, si trova la statua famosa di Rodin : Il Pensatore. Davanti il suo piedestallo era una panchina dove i visitatori possono sedersi per ammirare l’opera d’arte.
Ero il solo visitatore nel giardino. Mi sedevo sulla panchina e cominciavo a studiare il Pensatore. Mi sembrava che la statua – non sorprendentemente – era fatto di una materia grigia. Era difficile vedere l’ espressione sulla sua faccia, un po’ celata dietro la sua mano su cui la sua testa poggiava. “A che cosa penserebbe”, mi domandavo. E mentre ero là seduto così inconsapevole prendevo sulla mia panchina la stessa posa del corpo del pensatore sul suo piedistallo.
Ero così assorto nei miei pensieri quando ad un tratto mi sembrava che il Pensatore mi faceva cenno con il suo indice della mano che sosteneva la sua testa di approssimarmi. Guardavo ancora molto concentrato il Pensatore : si, era chiaro che lei mi chiamava.
Mi alzavo e mi approssimavo al Pensatore e gli sentivo dire : “Vuoi prendere il mio posto?”
Ero così sorpreso che dicevo : “Che? Come?”
“ Vuoi sostituirmi per un po’ di tempo? “
“Aha!? Perché?”
“Devo andare al Museo dei Uomini”
“???”
“Voglio richiedere il diritto statutario di ottenere una “dalle” per ogni statua alla fine della sua carriera.”
“Una “dalle”? Cos’è?”
“Une Dalle Funéraire – una pietra tombale sulla quale può allungarsi per la pace eterna dopo una lunga carriera in piedi su un piedistallo”
“Aha, capisco. D’accordo, prendo il vostro posto ma siate di ritorno prima dell’ora di chiusura”
Allora, il Pensatore scendeva del suo piedistallo, io mi svestivo, lui indossava i miei vestiti, metteva anche i miei sandali mentre io, tutto nudo, scalavo il piedistallo e prendevo la posa molta conosciuta del Pensatore.
Vedevo il Pensatore allontanarsi verso l’uscita. Visto da dietro nei miei vestiti e miei sandali era un ometto non molto imponente! Le statue nel giardino divenivano viventi e chiamavano : “Evviva il nostro deputato sincadale.” E anche per me : “Benvenuto, benvenudo,…nudo, …nudo tra nous-do.”
E allora il silenzio ritornava nel giardino e cominciavo l’incarico che avevo accettato.
Parte Seconda : Il Segreto
Seduto sul piedistallo cominciavo a pensare… almeno provavo a pensare a qualcosa di serio, un pensiero profondo degno dell’occasione che un uomo diviene una statua e una statua un uomo. Ma purtroppo, quale situazione incredibile, umiliante, imbarazzante,.. no so come descrivere i miei sentimenti perchè non riuscivo a produrre il minimo pensiero. Mi sforzavo all’estremo di pensare a qualcosa di piacevole o comico o futile, ma niente del tutto! Quale disastro!
Ma ad un tratto avevo l’impressione di vedere con la coda dell’occhio qualcosa muovere. Si, erano le tre ballerine della sala d’ingresso che danzando e sorridendo venivano attraverso il giardino verso il mio piedistallo. Si fermavano davanti a me e mi guardavano con molto curiosità. Cominciavano allora a ridere di più, saltellavano con le gambe ancora più alto e si dicevano : “Guarda, il suo piccolo dito ha mosso.”
Come!? Ero certo che tenevo immobile tutte le mie dita delle mani e dei piedi! Quell’ impertinenza! E diventava ancora peggiore!. Le ballerine scalavano il piedistallo e cominciavano a tirare le mie braccia e gambe. Una di loro persino montava sul mio dorso come se fossi stato un cavallo. Le statue intorno a me erano tutte furiose e gridavano : “Quele scandalo, vandali vandali andatavene , filate”
Ma le ballerine divenivavo ancora più violente e matte e ad un certo momento mi facevano cadere indietro: mi trovavo tramortito sull’erba dietro il piedistallo.
Quando riprendevo conoscenza era un silenzio di tomba nel giardino, tutte le statue guardavano immobili avanti sé. E il Pensatore era di ritorno e seduto sul suo posto. Mi trovavo tutto nudo accanto al piedistallo sull’erba. I miei vestiti ben piegati erano sulla panchina, i miei sandali per terra davanti la panchina.
Mi alzavo e rapidamente mi vestivo; l’ora di chiusura si avvincinò. Aspettavo che il custode apparisse nel giardino a ogni momento. Guardavo il Pensatore, era silenzioso come sempre. E poi ad un tratto mi viene in mente di domandare : “Allora, questo diritto statutario, lo hai ottenuto?” Rispondeva brontolando : “ Niente del tutto.” E poi : “ Di, tu, a che cosa stai pensando tutto il tempo?” Lui faceva il broncio e brontolava: “ Stai pensando!? Io!? Non penso niente del tutto!” Allora mi approssimavo al Pensatore e vedevo ad un tratto l’espressione arrabbiata sulla sua faccia.
E poi ho capito ad un tratto che egli non è un PENSATORE ma un BRONTOLONE.
La Statue n’est pas “LE PENSEUR” de RODIN mais “ LE BOUDEUR” de RODIN
EPILOGO
Nella sala d’ingresso passavo accanto al custode che guardava il suo orologio un pò impazientemente; ero l’ultimo visitatore quel pomeriggio.
Non ho detto niente del comportamento frivolo delle sue tre ballerine. Loro erano di nuovo sul loro piedistallo e facevano come se non mi conoscessero.
Ma quando ero alla porta d’uscita guardavo ancora una volta dietro di me e avevo l’impressione di vedere un riso di derisione sulle loro faccie.
Uscivo nella strada pensando, pensando…
GKC, R. Devos