Oggi (4 ottobre) è il giorno degli animali. Questo giorno era scelto perché è il onomastico di San Francesco di Assisi. Considerava gli animali come suoi fratelli e sue sorelle. Predicò persino un sermone agli uccelli. Purtroppo, I Fioretti di S. Francesco (libro sulla vita di S. Francesco, fine 14° secolo) non menziona l’impressione che il sermone ha fatto su quegli uditori. Ma non è troppo difficile di indovinare. Probabilmente niente! Non era colpa loro ma colpa di San Francesco. Perché non capiva nulla degli animali.
Il segreto dell’attrattività degli animali e anche dei fiori è che sono completamente diversi da noi. Chi ama gli animali o i fiori è in contatto con un altro mondo. Un mondo con una consapevolezza che non siamo in grado di capire e che inversamente non ci capisce. Questo è divertente, è come se fossimo in vacanza, lontani dal nostro mondo razionale. Si, tutti sono nostri fratelli e nostre sorelle. Ma qualche volta siamo un po’ stanchi di loro. Allora ci sono gli stranieri: un cane, un gatto, uno scoiattolo, un canarino, …Nessuna possibilità di malintesi con loro. Chi considera un cane o un gatto come suo fratello non capisce la ragione per cui ha quel cane o gatto in casa. La ragione è la mancanza di ragione. Colui che considera loro come cristiani e fa loro un sermone è probabilmente un gran Santo, ma non è un amante degli animali. Per questo è necessario rispettare gli animali che appartengono a un mondo diverso dal nostro.
Buono, ma forse Francesco ama gli animali? Mi sembra di no. La stessa leggenda che serve a sorregere quell’asserzione dà la prova che non gli importava molto della sofferenza degli animali. Fratello Juniper aveva tagliato la zampa posteriore di un maiale vivo per darla a un fratello malato. Franscesco era molto arrabbiato per questo, ma perché? I Fioretti menziona esattamente la ragione: il proprietario del maiale andava a lagnarsi con l’ordine monastico e Francesco era preoccupato per la buona reputazione dell’ordine, voleva evitare un scandalo. La crudeltà su un animale indifeso non è affatto menzionata.
Fransesco rimproverò Fratello Juniper (perché ci hai screditato?), gli ordinò di chiedere perdono al proprietario. Quello scoppiò a piangere, macellò l’intero maiale e lo portò ai fratelli.
Così fratello Juniper potrebbe regalare al fratello malato una deliziosa coscia di maiale e raccontargli ridendo a crepapelle del maiale a tre zampe. Anche Il Fioretti trovava la storia esilarante. Probabilmente anche Francesco avrebbe riso se non fosse stato preoccupato per la reputazione dell’ordine.
A quel tempo la gente non aveva compassione per gli animali, non piú di quanta non ne abbiano oggi i contadini. Per un contadino una mucca che muore è una perdita economica, non una emotiva. Un animale era/è un oggetto d’uso. Il benessere degli animali era un concetto strano nel Medioevo.
Solo in una civilizzazione più urbanizzata la gente comincia a considerare un animale come un compagno, in particolarmente dal 18° secolo. Addebitare la mancanza di questo sentimento a Francesco è storicamente errato, proprio come esaltarlo da amante degli animali.
Insomma, San Francesco era un mistico ma non un animistico.
